di Flavia Amabile – La Stampa del 18.04.2012
L’ex ministro dell’istruzione: “Ostacolano il ricambio generazionale”
Era uno dei cavalli di battaglia della riforma dell’università firmata da Mariastella Gelmini, la fine dei mandati eterni dei rettori. Le regole erano chiare: i Magnifici possono rimanere in carica un solo mandato, per un massimo di sei anni poi dovranno farsi da parte senza più norme introdotte negli Statuti che li portavano a rimanere in sella per interi decenni trasofmrandosi in una sorta di dinosauri inamovibili. Su questo l’ex ministro non ha mai ammesso discussioni. E anche ora che le stanno ammorbidendo questo importante pezzo di riforma a colpi di proroghe lei, Mariastella Gelmini, che quelle norme le ha pensate, appare delusa, forse, ma non sorpresa.
Che cosa pensa della doppia proroga a favore dei rettori che allunga di un anno il mandato di alcuni di loro?
«Penso che la riforma vada interpretata in modo rigoroso. Non è il tempo degli escamotages per allungare il brodo. Se si vuole che questa riforma possa far raggiungere gli obiettivi per cui è stata voluta e approvata bisogna mantenere entro i sei anni la durata dei mandati dei rettori ed evitare prima dell’entrata in vigore il ricorso a trucchi di qualsiasi tipo».
Si è parlato di adozione effettiva e adozione iniziale dello Statuto. Che cosa intendevate quando avete scritto la riforma?
«Sono per un’interpretazione il più possibile rigorosa delle norme. La riforma è stata approvata per favorire il ricambio generazionale all’interno degli atenei e per valorizzare il merito».
La transizione da vecchio a nuovo sistema è piuttosto complessa. Tutto sta andando come si aspettava anche lei?
«Il ministro Profumo sta dando attenzione ai diversi provvedimenti. Tutto sta procedendo molto bene. Questo non vuol dire che non controlleremo l’attuazione della riforma una volta che sarà pienamente operativa e che non interverremo se sarà il caso di farlo».
Ad esempio quando?
«Ogni volta che dovesse esserci necessità di portare dei miglioramenti all’interno dell’orientamento europeo che si ispira ai principi della valutazione, della trasparenza, del ricambio generazionale ma anche tutto quello che si riferisce alla valorizzazione del merito».
Pensa ad interventi di tipo parlamentare?
«Le riforme vanno sempre approvate e poi monitorate per garantire che facciano ulteriori passi avanti, anche restrittivi se è il caso. Si vedrà sulla base di quello che poi accadrà. Quello che davvero è importante è garantire al Paese che non si torni ai vecchi vizi italiani tradendo lo spirito che ha portato al via libera di questa rivoluzione nel mondo delle università».
Fonte: La Stampa