È necessario proseguire nel fornire sostegno militare all’Ucraina. Anche perché senza gli aiuti dell’Occidente non saremmo arrivati fin qua. Senza il contributo di forniture militari da parte delle democrazie, senza anche il meritorio intervento dell’Italia, prima con Draghi poi con Meloni, l’Ucraina sarebbe caduta nelle mani dell’invasore. E invece da oltre mille giorni una piccola grande democrazia in armi sta difendendosi dall’invasione di un avversario enormemente più forte. Alcuni si dicono stanchi e annoiati da questa guerra, ma l’abbandono dell’Ucraina in questo momento sarebbe non la via per la pace, ma la strada verso la resa. È evidente che solo le armi non bastano, serve soprattutto un nuovo slancio diplomatico e un nuovo protagonismo dell’Unione Europea. Ed è il momento di investire nella difesa e nella sicurezza come arma di deterrenza: così come già accaduto per la pandemia, servono le risorse dell’Ue e gli eurobond. Il governo italiano ha sempre tenuto la barra dritta e, anche in occasione della recente visita di Zelensky, l’Italia ha ribadito la propria determinazione a proseguire l’impegno a fianco dell’Ucraina. Il nostro Paese sotto la guida di Giorgia Meloni si è mostrato un alleato stabile e coerente. Questo ci dà l’opportunità di contribuire da un lato alla costruzione di un’Unione più forte sul piano militare e diplomatico e dall’altro di lavorare per arrivare – anche grazie ai rapporti esistenti con la nuova amministrazione americana – anche in Ucraina ad una tregua”.