RECOVERY PLAN, RITARDI GOVERNO NON SI RISOLVONO CON 300 CONSULENTI

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Il Governo insiste sulla strada delle task force e dei super consulenti, all’insegna del principio secondo il quale quando in Italia non sai come risolvere un problema, fai una commissione. Ciò è molto preoccupante perché indicativo della totale mancanza di una strategia, dell’assenza di un vero dibattito pubblico sulle priorità del Recovery plan e dello straordinario ritardo dell’esecutivo che continua ad essere più preoccupato di chi debba spendere le risorse europee piuttosto che di ‘come’ spenderle. Nella maggioranza si litiga ancora sul ‘chi’ e non basteranno trecento esperti per colmare questi ritardi. I fondi del Next Generation Eu non ci verranno erogati in base alla scelta dei decisori, ma in forza delle decisioni e dei progetti di investimento che il Paese sarà in grado di portare avanti: serve, ad esempio, un forte impegno sull’istruzione, sull’apprendistato professionalizzante, sugli Its. Di tutto questo però al momento non si discute né in Parlamento e, a quanto è dato sapere, neanche nel Governo. Ma un progetto di questa portata (209 miliardi di euro, di cui una parte a debito) non può essere sub-appaltato a cabine di regia al di fuori del circuito delle istituzioni democratiche.

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