Da La Repubblica
E’ la conferma della persecuzione da parte di Milano. Toghe parziali e faziose.
«Qui è in gioco la sopravvivenza della politica, del suo ruolo. Non possiamo restare inerti. E’ una sentenza inaccettabile, risponde a un fine politico. Ed è la conferma che Milano non offriva alcuna garanzia. Come per Tangentopoli. Quei giudici si confermano parziali e faziosi, intenti a lavorare per far fuori una parte politica. Non è in gioco l’autonomia della magistratura, ma il principio di separazione tra i poteri dello Stato».
Ancora con la storia della persecuzione giudiziaria, Onorevole Mariastella Gelmini?
«Ma è un fatto evidente a tutti. Che provoca dolore immenso, profonda indignazione. E’ la giustizia del “te la faremo pagare”».
I giudici come killer politici?
«A Milano certa magistratura non amministra la giustizia. bensì l’etica. E nonostante le smentite di decine di testimoni,l’assenza di uno straccio di prova e della vittima del reato, condanna Berlusconi».
Qui si giudicava l’imputato Berlusconi.
«Non tenendo conto dei fatti. Ma è chiaro che la sentenza non danneggia solo Berlusconi e il centrodestra ma l’immagine della magistratura e di tante toghe che non fanno un uso politico della giustizia. Mina la vita democratica del Paese. E’ il momento di dire basta».
Dire basta come? Vi preparate davvero a ritirare la fiducia al governo?
«Noi non possiamo subire inerti un tale tentativo di massacro. Ma il governo non cadrà per i processi di Berlusconi, che ha sempre anteposto gli interessi del Paese ai suoi. Cadrà se non sarà in grado di far fronte alle emergenze economiche. Su Iva,Imu e occupazione non faremo sconti».
D’accordo, ma cosa accade dopo questa sentenza?
«E’ chiaro che viene meno un clima di pacificazione. Berlusconi si è ritagliato un ruolo da statista. Ha garantito la nascita di questo esecutivo. E invece esiste un circuito mediatico giudiziario che colpendo lui cerca di far saltare il governo».
Sandro Bondi sostiene che è assurdo a questo punto pensare che il governo lavori come nulla fosse.
«La sentenza in effetti vvelena i pozzi. E stata scritta dai nemici della pacificazione che mirano a far saltare il banco. Noi non dobbiamo prestare il fianco a questo tentativo di destabilizzazione. E a questo punto non si può tenere fuori dall’agenda delle emergenze anche la riforma della giustizia».
Lei è così certa che il leader Pdl non ceda alle pressioni dei falchi del partito?
«In questo momento non ci sono falchi e colombe, siamo tutti compatti e solidali col presidente. Nessuno può privare Berlusconi del diritto di essere leader del suo movimento politico e impedirgli di essere riferimento dell’Italia liberale che lotta contro l’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria. Oggi agli occhi dell’opinione pubblica il nostro leader è piu forte di prima».
Esclude dunque che possa essere tentato dal ritomo alle urne, sull’onda dei sondaggi e della presunta persecuzione?
«Il governo lega la sua durata alla capacità di dare risposta ai problemi degli italiani. Sul fronte economico e della giustizia. Berlusconi lo ha sostenuto fin dall’inizio. Credo che Letta debba guardarsi dalle insidie inteme al PD piuttosto che dal Pdl. Saremo leali ma intransigenti».