Gelmini, Pdl: Berlusconi. Paradossale che da vittima passi a responsabile

Roma, 04 giu. 2013: “Anche agli occhi di un profano, di chi non esercita la professione dell’ avvocato si palesa l’ assurdità delle argomentazioni contenute nelle motivazioni della sentenza Unipol. Non vi è infatti per forza una logica tra il fatto che, essendo Berlusconi il capo del Pdl, da lui dovesse partire il benestare alla pubblicazione della telefonata Fasssino-Consorte, come sostengono i giudici, ed è inconcepibile leggere nelle motivazioni che ‘non è credibile, né in generale né tantomeno alla luce di tali affermazioni, che Silvio Berlusconi non fosse stato almeno messo al corrente dal fratello, anche poco prima dell’ incontro, dell’ intenzione di Favata e Raffaelli di fargli sentire la conversazione’. Per condannare una persona, sappiamo tutti, o perlomeno finora credevamo di sapere, che in un sistema democratico, servono prove, fatti, non supposizioni o verosimiglianze. Ma questo, a quanto pare, non è da tempo il percorso giudiziario seguito da una minoranza della magistratura che tutto stravolge, anche il diritto, pur di tentare di indebolire, senza riuscirci, il ‘nemico’ politico di sempre. E’ davvero paradossale che la vittima della pubblicazione di centinaia di intercettazioni possa anche solo lontanamente passare per responsabile di una cosa di cui non era affatto a conoscenza”.(Agenparl)

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