Roma, 18 dic. 2013: “Negando a Silvio Berlusconi il diritto di partecipare al vertice del Partito popolare europeo, il giudice dell’ esecuzione ha forzato oltre ogni limite la sentenza di condanna. Appellarsi al divieto di espatrio come conseguenza del ritiro del passaporto, significa non riconoscere quello spazio comune europeo, così come previsto dall’ accordo di Schengen, al cui interno dovrebbe rimanere la libertà di circolazione per ogni cittadino. Né i magistrati possono invocare il pericolo di fuga, intenzione fermamente esclusa da Berlusconi e incompatibile con la sua determinazione a continuare la battaglia politica in Italia. La decisione del giudice dell’ esecuzione si inserisce nella catena di accanimenti contro il leader di Forza Italia al quale si ritiene di dover negare ogni agibilità politica e civile. La sua assenza dal vertice del Ppe dovrebbe essere motivo di riflessione per tutti gli altri leader popolari sulla stato della giustizia in Italia. La negazione del diritto di parola è un’ ulteriore aggravio delle già inique pene accessorie” (Dire).