Gelmini e la trincea di FI: alleati, non subalterni. Stop al reddito minimo

Gelmini_Maroni

La coordinatrice: questa giunta mai monocolore leghista

Di Andrea Senesi – Da Il Corriere della Sera/Milano

Milano, 30 mag. 2015: Alleati certo. Leali finché si vuole. Ma mai subalterni, mai irrilevanti. Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia, giura però che il tema delle nomine (nello specifico quella mancata dell’azzurro Stefano Maullu in Pedemontana) «è solo l’ultimo dei problemi».
Gelmini, e allora cosa rimproverate a Maroni?
«Chi parla di una guerra intorno alle poltrone è in malafede o finge di non capire il punto. Il tema è tutto politico: di metodo, di rapporti interni tra alleati e anche di contenuti».
Sarà, ma la guerra è scoppiata intorno alle nomine di Pedemontana.
« La cosa che non accettiamo è che quando è la Lega a proporre dei nomi per qualche società il problema delle competenze non viene mai sollevato; se invece siamo noi a suggerire dei nomi, si grida allo scandalo e all’occupazione delle poltrone. Per essere ancora più chiari: non mi sono accorta di una particolare spinta al rinnovamento quando si è trattato di scegliere i nuovi vertici di Ferrovie Nord. Gibelli è stato nominato alla presidenza perché è stato un parlamentare del Carroccio. Quale altra competenza ha? È chiaro che tra Fnm e Pedemontana si sono usati due pesi e due misure. Le gestione delle autostrade, mi faccia dire, è poi intrecciata a quella degli appalti. Sarmi era già ad di Serravalle e ora diventa presidente di Pedemontana. Troppo potere concentrato nelle mani di un tecnico, che oltretutto sarebbe già in pensione. Non voglio parlare però solo di nomine. I punti veri sono altri» .
Il punto vero è che ci sono le elezioni alle porte e temete che un vostro risultato negativo possa avere conseguenze anche sulla vostra presenza in giunta. Non è così?
« Ripercussioni non ce ne potranno essere, lo diciamo subito. Questa giunta non è e non sarà mai un monocolore leghista. Anzi, noi insistiamo sul fatto che in futuro le scelte andranno maggiormente condivise. Ci siamo per esempio stupiti quando abbiamo appreso dai giornali dell’apertura di Maroni ai grillini sul reddito di cittadinanza. Per noi in agenda ci sono tante altre priorità» .
Siete contrari al reddito di cittadinanza?
« I temi della futura azione di governo sono altri. Prima di tutto l’abolizione dei ticket sanitari e la riforma del settore, che nella versione attuale di Maroni è ancora troppo simile al modello toscano. Molto statalista e poco aperta ai privati. E poi non è possibile che ogni singolo centesimo di spesa venga deciso solo dall’assessore al Bilancio. Infine le imprese e la casa. Vorremmo che si desse un segnale d’attenzione agli artigiani, ai commercianti, agli imprenditori. E che si mettessero sul piatto 100 milioni di euro per risanare gli alloggi popolari delle nostre città. Queste sono le cose da fare, ben prima del reddito di cittadinanza» .
Insisto: e se dopo le elezioni Maroni volesse ridimensionare la vostra presenza in giunta?
« Quando Maroni si candidò in Lombardia la Lega era elettoralmente ridotta ai minimi termini, eppure Berlusconi lo sostenne lealmente. Se Maroni dovesse dimenticarsi di questa lezione e si mettesse a scimmiottare i metodi di Salvini, sbaglierebbe di grosso» .

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