DECRETO DIGNITA’: I PRIMI EFFETTI (NEGATIVI) SUL MERCATO DEL LAVORO

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Il decreto dignità inizia a mostrare i suoi primi effetti negativi sul mercato del lavoro. Secondo l’INPS, rispetto allo scorso anno si contano già 25 mila assunzioni a tempo determinato in meno senza che queste siano compensate da assunzioni a tempo indeterminato, come invece sostenuto dal Governo. Nel complesso, lo scorso agosto si sono registrati 50 mila posti di lavoro in meno. Questi primi dati confermano le nostre letture su un provvedimento che ci ha preoccupato fin dalle prime bozze: i contratti a termine si riducono anche per il timore dei datori di lavoro della disciplina delle causali e per aver ridotto il numero dei rinnovi. I contratti a tempo indeterminato non aumentano e, come avevamo preannunciato, il provvedimento non riduce il precariato, ma ne crea dell’altro, con meccanismi di sostituzione di lavoratori a termine con altri lavoratori a termine, di cui ancora non abbiamo completa evidenza nei dati, senza migliorare l’occupazione complessiva. Nonostante il grido d’allarme del mondo imprenditoriale, il governo gialloverde ha preferito tirare dritto, tanto a pagare il conto più salato tocca a lavoratori e imprese.

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