MILANO, FARE DI PIÙ SULLA SICUREZZA

milano piazza duomo

Gli episodi ai quali abbiamo assistito nella notte di capodanno a Milano – oltre ad essere “assolutamente inaccettabili”, come ha ricordato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time alla Camera – mettono in luce una cultura violenta e pericolosa contro le donne e non solo. L’aggressione sessuale collettiva (Taharrush Gamea) contro un gruppo di ragazze in piazza Duomo, assieme agli insulti agli italiani e alle Forze di polizia presenti in centro, non sono solo episodi occasionali quanto deprecabili, rappresentano il rifiuto violento verso un processo di integrazione assolutamente necessario e l’affermazione di una cultura arcaica e oscurantista.

E la dice lunga sulla superficialità colpevole di certa sinistra nel trattare un tema sensibile come questo.

Il problema non e’ solo l’accoglienza, con la ricerca di una casa e di un lavoro per gli immigrati ma la cultura violenta, profondamente radicata, che queste persone portano con se’ e che viene trasferita sui giovani, sulle seconde generazioni di immigrati che vivono nel nostro paese e che molto spesso abbandonano la scuola, unico presidio educativo. Un fenomeno non nuovo che nella periferia di Parigi (per esempio) e’ consolidato da tempo e che provoca continue tensioni e scontri.

Sarebbe un errore fare di tutta l’erba un fascio, ma chi si macchia di episodi violenti va perseguito, con fermezza, e l’azione della polizia nelle scorse settimane ha dato buoni risultati. Occorre però evitare che i frutti peggiori di questa cultura si moltiplichino. Tenendo la barra dritta sull’obbligo scolastico e sulla responsabilità delle famiglie.

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