Non è necessario dare la croce addosso al sindaco Beppe Sala per mettere a fuoco ciò che sta accadendo a Milano, dopo i gravi episodi del Corvetto e di San Siro. A Capodanno in piazza Duomo analogo scenario, coi giovani figli di immigrati protagonisti di insulti alla Polizia e di molestie sessuali finite sui giornali di mezzo mondo. C’è un problema di sicurezza che a Milano sta crescendo e sul quale occorre provvedere. In occasione del Capodanno la Polizia era presente in forze in tutte le zone sensibili e ha evitato il peggio ma occorre guardare con più attenzione – e mi rivolgo al sindaco e al Consiglio comunale – alla situazione delle periferie, superando un certo fatalismo per andare a scelte concrete. Molti quartieri, da San Siro alla Barona, da viale Padova al Corvetto e non solo, sono territorio pressoché esclusivo di gruppi di ragazzi lasciati a sé stessi, spesso nelle mani del racket della droga, in preda all’abbandono scolastico e al disagio sociale. Anche se sono molte le realtà no profit che danno una mano a recuperarli ma il volontariato non basta più: occorre un intervento incisivo delle istituzioni, non solo per contenere e reprimere le situazioni criminali ma per offrire un’alternativa a molti di questi ragazzi. Occorre attrezzare le scuole di base ma anche portare in questi quartieri una formazione professionale di qualità. Servono servizi decentrati che aiutino le famiglie a non sentirsi sole; serve il dialogo con le comunità degli immigrati che vengono da altri paesi. Questo vuol dire rinunciare alla sicurezza? Assolutamente no. Non si può rinunciare a prevenire e reprimere lo spaccio, il malaffare, le aggressioni ma questa non può essere l’unica moneta di scambio nelle periferie. Tante realtà sono all’opera, dalla Caritas a Fondazione Cariplo con decine di onlus. Ora è il comune di Milano a dover batter un colpo, bello forte. Non basta più dire che il degrado coinvolge tutte le grandi metropoli, ora bisogna intervenire, perché il rischio è di una città fuori controllo.