Una nuova sindrome che colpisce i nostri ragazzi

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Il mondo virtuale può diventare molto più reale di quanto si creda, finendo addirittura per imporsi come l’unica realtà effettivamente vissuta dagli adolescenti. La presenza assidua dei ragazzi sul web in tutte le sue varie forme, dalle chat alle community, dai videogiochi ai social, diviene sempre più spesso patologica, tanto che si sta diffondendo una nuova preoccupante sindrome, quella di Hikikomori. La presenza assidua sul web attraverso pc, smartphone, tablet e console di videogame e l’età sempre più bassa dei piccoli argonauti di internet stanno assumendo una dimensione sempre più allarmante, anche perché l’esigenza di rifugiarsi nella rete è sintomo di un disagio sociale, spesso di episodi di bullismo che vengono somatizzati e si traducono in un malessere fisico che costringe gli adolescenti a casa perché malati. A fronte di una realtà che appare dura al punto di provocare problemi fisici come mal di pancia e situazioni di stress perenne, ci si rifugia nel virtuale dove si gioca, ci si diverte e si può scegliere se essere se stessi o qualsivoglia altra cosa si decida.
La questione, inoltre, è tanto più allarmante se oltre all’eccessivo numero di ore in cui i ragazzi sono ‘connessi’ si considerano i tanti rischi che si annidano nella rete e che i più giovani non sono preparati ad affrontare.
Dinanzi a una simile situazione, da cui scaturisce una vera e propria patologia, è sempre più urgente sensibilizzare i ragazzi e i genitori a un uso consapevole e accorto della rete che non è e non può diventare una sorta di mondo parallelo. Da qui il mio impegno in Parlamento contro i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo che se non adeguatamente e velocemente contrastati rischiano di degenerare in patologie come la sindrome di Hikokomori.

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