Recepire direttiva Ue su congedi familiari approvando pdl di Forza Italia

congedo parentale

La nuova direttiva Ue in materia di conciliazione tra famiglia e lavoro, approvata la scorsa settimana dal Parlamento europeo, raddoppia i tempi del congedo di paternità, portando i giorni di assenza dagli attuali 5 a 10.
Un’ottima notizia, soprattutto perché questo nuovo indirizzo europeo è già contenuto nella proposta di legge di Forza Italia, a prima firma della presidente del gruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, su donne e lavoro. In realtà, prima ancora di tradurre questa idea in un provvedimento legislativo, Forza Italia aveva proposto l’allungamento del periodo di paternità già nel corso dell’esame della legge di Bilancio 2019. Ovviamente, in maniera del tutto preconcetta, come è evidente dalla direzione adesso assunta addirittura dall’Unione Europee, gli emendamenti che contenevano questa proposta sono stati bocciati da una maggioranza che si è mostrata, ancora una volta, cieca dinanzi a proposte a favore delle famiglie.
La direttiva Ue, che dovrà adesso essere recepita dagli Stati membri, pone anche la questione relativa all’occupazione femminile, introducendo un congedo di due mesi, non cedibili alle compagne, per i neo papà. La non cedibilità del congedo vuole infatti indurre gli uomini ad avvalersene, favorendo in tal modo la maggiore continuità lavorativa possibile delle madri. La disciplina vuole quindi favorire le famiglie per quanto riguarda la necessaria assistenza che richiedono i neonati, senza però che questa continui a gravare esclusivamente sulle donne e puntando a che anche i padri si avvalgano del congedo parentale. Una decisione sicuramente saggia, anch’essa anticipata negli intenti dalla proposta di legge a sostegno della partecipazione delle donne al mercato del lavoro e per la conciliazione delle esigenze di vita e di lavoro di Forza Italia, che addirittura raddoppia l’ammontare dell’indennità per il congedo parentale.
Il governo non resti sordo alle istanze europee, ma soprattutto non attenda i tre anni previsti per recepire la direttiva, mettendo subito la questione al centro dell’agenda politica e dell’attività parlamentare. C’è il nostro testo già pronto che, oltretutto, non interviene solamente sui congedi parentali, ma sostiene l’occupazione femminile e la sua continuità temporale a 360 gradi.

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