ADOLESCENTI AL CENTRO – LA PAROLA A MARIA RITA PARSI

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Sono Maria Rita Parsi, una psicoterapeuta che scrive da anni affrontando temi e problemi dell’essere bambini, preadolescenti, adolescenti.

Quel che mi colpisce della condizione dei minori di oggi è il fatto che, assai spesso, il web condiziona a tal punto i ritmi della loro vita e della loro crescita psicoaffettiva, da determinare una prigionia del loro immaginario, della loro creatività.

Mi viene in mente, allora, il libro di William Golding “Il signore delle mosche” e il film di Peter Brook che traduce per immagine il testo, laddove si descrive la condizione di solitudine nella quale si viene a trovare un gruppo di ragazzi inglesi, membri di un coro, vittime, durante un viaggio, di un incidente aereo.

Questi ragazzi si trovano a vivere su un’isola deserta senza adulti ed è proprio la solitudine a determinare, per questi naufraghi, il peggiore degli effetti. Per alcuni mesi, organizzano la propria vita e il proprio tempo seguendo le regole dell’educazione apprese in famiglia e a scuola.

Dopo un certo tempo, però, la mancanza della guida adulta, fa sì che i loro comportamenti da adolescenti regrediscano: diventano primitivi e iniziano a fare una guerra per il potere che determina la persecuzione e la morte di alcuni di loro per mano degli altri, coloro che si sentono più forti. La guerra terminerà solo con il ritorno degli adulti che, alla fine, li ritroveranno.

Così, avviene nel sociale come sul web: i ragazzi necessitano di autorevoli punti di riferimento, altrimenti non saranno capaci di contenere le “prove di iniziazione” a cui sottopongono se stessi e gli altri, per crescere.

I media veicolano, quotidianamente, non soltanto il bello, il buono, il grande, l’immenso, il costruttivo, il positivo della vita individuale e collettiva di popoli e comunità ma, anzitutto e soprattutto, le situazioni difficili, conflittuali, complesse, a rischio e, perfino, distruttive ed estreme.

Vero è che le notizie sono la cartina di tornasole delle realtà familiari, educative, sanitarie, culturali, sociali che ci circondano e che appartengono ad ogni comunità del mondo. Ma se volessimo fare una ricerca statistica per verificare la quantità giornaliera di notizie aberranti, catastrofiche, criminali, deprimenti, tragiche, violente che vengono veicolate – come peraltro la Fondazione “Fabbrica della Pace Movimento Bambino Onlus” ha già fatto – scopriremmo che, solo analizzando i giornalieri Tg, tali notizie costituiscono il 70% delle informazioni.

Si tratta di un autentico bombardamento virtuale, un’overdose di negatività che, di certo, non predispone i fruitori – anche e soprattutto i minori – a ricercare nell’incontro, nella tolleranza, nello scambio pacifico e costruttivo, nella conoscenza di sé e degli altri, mediati dalla creatività e dalla conoscenza, le modalità migliori del vivere insieme.  Per non parlare, poi, della quantità di programmi e prodotti facilmente rintracciabili nel web che propongono e, anzi, impongono, modelli di comportamento violenti e criminali; scenari di vita volti a far emergere situazioni di conflitto, sopraffazione, sfruttamento e morte.

Avviene così che il bullismo e, poi, per virtuale amplificazione il cyberbullismo, attingano a queste espressioni di violenza e gli effetti sulle vittime sono identici: paure, depressioni, attacchi di panico, scarso rendimento scolastico, bassa autostima, problemi nello stabilire nuove relazioni o il mantenere, con serenità e continuità, i rapporti di frequentazione e scambio già stabiliti, con i coetanei, sino a giungere ai tentavi di suicidio.

Si tratta di effetti traumatici, per arginare i quali, accanto ad una “formazione dei formatori” con l’aiuto di psicologi e psicoterapeuti – relativamente ad una conoscenza e ad un uso del virtuale altamente competente e quantomeno di pari grado a quello dei propri figli o allievi – bisogna favorire nei ragazzi la capacità “autonoma” di difendersi da questi problemi.

In tal senso va letta la necessità di attivare, tra le materie di studio, dalle scuole primarie alle scuole secondarie, una corretta, efficace educazione al virtuale. Una rivoluzione che gli adulti devono compiere con i ragazzi insieme a loro e per loro.

Maria Rita Parsi   7.12.2018

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