Non serve aspettare un’analisi costi-benefici per capire che fermare la TAV significa perdere cantieri, posti di lavoro e isolare l’Italia dall’Europa. Non a caso, la reazione degli imprenditori del Nord Ovest e dei sindacati non si è fatta attendere. Noi, come Forza Italia, abbiamo deciso di stare dalla parte degli industriali e dei lavoratori lombardi, piemontesi e liguri che dicono sì alla Torino-Lione.
Anche in Aula a Montecitorio abbiamo ribadito con chiarezza il nostro punto di vista e abbiamo scelto di firmare la petizione “Sì Tav” sottoscritta da Bartolomeo Giachino, Francesco Forte, Alessio Cotroneo, Gian Marco Moschella, Franca Marotta e altri esponenti della società civile piemontese.
Inoltre, fermare la Tav ci costerebbe molto più che terminarla perché – come ha precisato anche il Commissario Tav Foietta – ci sarebbero chilometri di gallerie da ripristinare. Noi siamo convinti che la realizzazione della Tav possa dare un contributo economico e occupazionale importante all’economia, aumentando anche la nostra capacità di attrazione soprattutto in termini di turismo e investimenti esteri.