Di Marco Cremonesi – Da Il Corriere Milano
«Ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di buttarsi in una sfida di grande generosità. In cui mettere la faccia fino in fondo sapendo che la Vittoria non è scontata». Mariastella Gelmini, coordinatore di Forza Italia in Lombardia, traccia l’identikit del candidato giusto del centrodestra per la corsa a Palazzo Marino dell’anno prossimo.
Requisiti indispensabili: «Una fisionomia già popolare per non avere bisogno di farsi conoscere».
Nomi? Da Paolo Del Debbio a Vittorio Feltri, da Claudio De Albertis a Carlo Sangalli. E Corrado Passera?
«Noi siamo contrari a ogni ipotesi di terzo polo». E poi c’è il fattore tempo. «Sarebbe fondamentale – dice Mariastella – riuscire a presentare in fretta il nostro candidato per la città. Io vorrei che in settembre fosse già in campagna elettorale».
«Il candidato? Deve avere le palle. Ci vuole qualcuno che abbia il coraggio di buttarsi in una sfida di grande generosità. In cui mettere la faccia fino in fondo sapendo che la Vittoria non è scontata».
La grande paura di Mariastella Gelmini, il coordinatore di Forza Italia in Lombardia, è che il centrodestra si perda in segnali, di fumo, tattiche di giornata e giochetti di retroguardia incurante del tempo che passa: «E invece, sarebbe fondamentale il riuscire a presentare in fretta il nostro candidato per la città. Io vorrei che in settembre fosse già in campagna elettorale».
Ma a lei? Chi le piacerebbe vedere in campo per Milano 2016?
«Posso fare un identikit?»
Meglio dei nomi.
«E va bene. Ma sono soltanto alcune personalità che io vedrei bene. Per esempio, un uomo di indiscutibile qualità è Paolo Del Debbio. Ha una grande comunicativa, è in grado di parlare alle persone… Tra l’altro ha anche un’esperienza amministrativa importante, è stato già assessore di questa città».
E poi? Allarghiamo la rosa.
«E poi Vittorio Feltri, che nel nostro elettorato farebbe scattare l’identificazione in modo immediato. Oppure Carlo San- galli o Claudio De Albertis».
Ma chi decide il candidato? I partiti? I cittadini attraverso le primarie?
«Per questo volevo fare l’identikit del candidato. Lo sidante della sinistra dovrebbe essere qualcuno in grado di parlare ai milanesi, una fisionomia popolare che non abbia bisogno di farsi conoscere».
In modo da non richiedere primarie?
«Personalmente, non sono contraria alle primarie. Però,non sono la panacea, né portano per virtù propria al miglior candidato. Guardi Giuliano Pisapia o Ignazio Marino. O, ancora più recente, Raffaella Paita in Liguria».
Altri nomi: L’ex ministro Corrado Passera?
«E’ Un grande manager, appartiene in modo naturale allo schieramento di centrodestra. Però, le sue prime uscite non mi hanno convinto».
Troppo centrista? Troppo terzista?
«Ma sì. Passera è un moderato, la sua vocazione dovrebbe essere quella di riunire il centrodestra. E invece, non vorrei che facesse l’errore di Mario Monti. L’illusione di costruire un terzo polo, prendere le distanze da Berlusconi, cercare di strappare l’applauso a un centro che se tutto va bene arriva al tre per cento… Io spero che Passera scelga un campo e giochi la sua proposta in quello. Altrimenti, i suoi sforzi servirebbero soltanto a drenare voti al centrodestra e avvantaggiare la sinistra».
E con la Lega? Anche senza Salvini candidato, non potrebbe avere la tentazione di una corsa solitaria per fare man’bassa di voti?
«Quando parlavo di generosità pensavo anche a quello. Matteo Salvini è una grande risorsa che io spero possa essere al servizio di Milano, anche senza una sua candidatura diretta. Spero che ricordi che l’obiettivo è vincere, e strappare questa città alla sinistra. Tra l’altro, Salvini ha già dimostrato di essere capace di portare grandi quantità di voti alla Lega. Ora, dimostri che è anche capace di aiutare l’unità del centrodestra».
Lei insiste con l’unità. Vede possibile l’alleanza tra Salvini e Passera?
«Io credo che le tante persone che amano Milano si possano unire in un grande progetto. Partiti, liste civiche come la neonata SiamoMilano, associazioni e personalità come Salvatore Carrubba.
Tutti insieme per rimettere al centro sicurezza, lavoro e periferie: da qui io credo si debba partire. Ed è su questo che chiedo a tutti la generosità.
Lei dice: candidato a settembre. Ma come ci si arriva?».
«Riccardo De Corato ha proposto di ritrovarci tutti insieme intorno a un tavolo. Per me va bene. L’importante, ripeto, è fare in fretta».
E Berlusconi? Si farà sentire in campagna elettorale?
«Ma certo. Già adesso sta sondando una serie di figure in modo da arrivare al candidato migliore. Ma di certo nella partita lui ci sarà. Per MIlano c’è sempre stato».