Roma, 3 giu. – Osservo con piacere che Profumo smentisce ogni ipotesi di cambio della riforma universitaria, credo sia importante perché quella riforma è un baluardo contro parentopoli, il nepotismo e le baronie che hanno offuscato per anni l’immagine della nostra università.
Anche il fatto che rimanga l’abilitazione nazionale è a garanzia che vincono i migliori. Stando a quanto si apprende dalle indiscrezioni di stampa circa il contenuto del “pacchetto”, si tratta di misure che sicuramente rafforzano la sinergia tra scuola, istruzione, università e impresa e questo è fatto positivo, così come gli sgravi per le imprese che assumono. Mi piace anche l’attenzione alla didattica, vedo che è previsto l’obbligo delle cento ore di didattica, questo è al servizio degli studenti. È bene che i docenti universitari vengano valutati anche sulla base della didattica”.
Si tratta di misure volte a rafforzare l’eccellenza, il merito e l’innovazione, e che quindi vanno nella direzione di favorire la crescita.
Avrei obiettato se ci fosse stato un abbassamento della trasparenza dei concorsi, ma dalle parole del ministro Profumo si capisce che non c’è, e che non si tratta di una riforma ma di un insieme di misure che sicuramente possono essere utili.
Se vogliamo abbassare la disoccupazione giovanile e incrementare la mobilità sociale, la cultura del merito deve progredire. E queste misure vanno nella giusta direzione.